Due domeniche fa abbiamo avuto la prova
che c’è ancora un barlume di speranza per la nostra piazza. Una bella
soddisfazione per chi, come noi, si ostina a non mollare la baracca. Ottima la
coesione che si è creata al Voltini, sotto tutti i fronti: squadra, tifosi,
ultras.
La strada per un miglioramento è
spianata, spetta a noi saper cogliere quest’occasione e dare una continuità, in
modo tale che una giornata come quella di Pergo - Sondrio non rimanga un
episodio isolato.
Da qualche anno a questa parte ci siamo
resi conto che il clima che si respira al Voltini non è più lo stesso, colorato
e caloroso, degli anni passati e una curva come la nostra, la Curva Nichetti,
che con i suoi alti e bassi, la sua marginalità e la sua costanza, è sul pezzo
dal ’74, non può permettersi di vivere passivamente la situazione di stallo in
cui si trova.
Il manipolo composto da poche unità che
occupa lo spicchio centrale della Sud è stato e rimane il cuore pulsante del
tifo, ma purtroppo col passare degli anni, a causa di repressioni, scazzi,
limitazioni, seghe mentali e chi più ne ha più ne metta, non è più stato un
elemento aggregativo, bensì autoreferenziale, andando via via degenerando (anche
a causa e per colpe nostre) in un contesto esclusivo ed escludente, invece che
coinvolgente e spontaneo.
La nostra SCELTA DI SPOSTARCI NEL
SETTORE “DISTINTI” non è da considerasi né un passo indietro né tantomeno un
fallimento, ma un’occasione di riscatto che ci si è presentata e che non
possiamo permetterci di non cogliere, per tentare di restituire al nostro
vecchio Pergo il calore del suo pubblico, che da diversi anni, per una serie di
fattori esterni e non, è venuto meno ma che due domeniche fa, senza cadere
nelle autocelebrazioni e nei sentimentalismi, è tornato inaspettato ed
entusiasmante, con cori che hanno coinvolto TUTTO il settore e con boati da
pelle d’oca che da tanto, troppo tempo mancavano. Abbiamo quindi avuto la prova
che questo nuovo progetto può avere un seguito propositivo e duraturo.
Confidiamo infine nell’attaccamento alla
maglia, nella passione e nel buon senso dei vecchi e giovani cannibali che,
nonostante l’inerte e dispersivo contesto stadio, continuano a presenziare sui
suoi gradoni, per ricreare quella vecchia atmosfera, di cui spesso con tono
nostalgico si parla e ritrasmettere alla Unione Sportiva Pergolettese 1932
quella grinta e quel prestigio, umile e dignitoso, che devono caratterizzare
una squadra pluriottantennale che ha fatto di coraggio e battaglia le proprie
dimensioni.
I RAGAZZI DELLA CURVA SUD
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